Untitled Document
DAL FORUM
SITI AMICI

RECENSIONE DI SOUL MOVER

24 Gennaio 2005 - Extravaganza vocale e musicale del maggior pregio!
Così recita il sito ufficiale annunciando la data di uscita del nuovo album solista di Glenn Hughes. E in effetti si tratta proprio di stravaganza musicale, nel senso buono del termine, cioè una celebrazione della straordinaria fase creativa del Nostro. Non è difficile affermare che questo è un ottimo disco, e lo si percepisce fin dalle prime battute. E non sarà difficile incorrere in un senso quasi di smarrimento ai primi ascolti, in quanto Glenn ogni volta cela delle sorprese nel suo cassetto dei sogni, e stavolta ne tira fuori parecchie. Pur mantenendo forte la sua identità vocale, qui si spazia dal suo hard-funk a cui siamo ormai abituati, passando per le tinte acide alla Ozzy Osbourne, fino a sfociare nell'epico. Come sempre nelle mie recensioni cerco di non farmi coinvolgere troppo emotivamente a vantaggio di un'obbiettività a cui tengo tantissimo. Non mi va di essere un paraculo, voglio semplicemente dire le cose come stanno secondo il mio modesto punto di vista.


Molte persone appena comprano un cd lo infilano nel lettore e ascoltano i primi 10 secondi di ogni brano, e da questo cominciano a trarre le prime conclusioni. Vi sconsiglio subito di farlo, perchè i brani seguono ognuno un concept ben preciso; e poichè le strutture sono molto innovative dal punto di vista degli arrangiamenti, ascoltare solo gli intro e castrarli premendo il tastino "next track" è veramente un peccato!


La line-up dell'album è ormai consolidata: Glenn Hughes (voce & basso), JJ Marsh (chitarra), Ed Roth (tastiere). Degnissimo di nota l'ingresso in pianta stabile di Chad Smith (drums), il batterista dei RHCP che ha indubbiamente portato un groove senza paragoni in tutti i brani. Infatti stavolta è lui l'uomo delle pelli dell'intero disco. Inoltre compare anche un suo vecchio compagno d'avventure, Dave Navarro, chitarrista degli Jane's Addiction e ovviamente ex-RHCP; Dave suona l'intro chitarristico di "She Moves Ghostly" mentre esegue per intero la title track "Soul Mover". Andiamo con la track-by track:

 

SOUL MOVER
Da BTM in poi Glenn ormai ha consolidato la formula del pezzo hard-blues per aprire i suoi album. Chitarre pesanti e drumming massiccio caratterizzano questo brano dall'inizio alla fine. Come una sorta di filo conduttore, la title track è il pezzo che più si collega agli altri album. Come già detto la chitarra è affidata a Dave Navarro. Probabilmente mi ripeterò più volte, ma Chad Smith porta aria nuova nei brani di Glenn, il suo drumming è spettacolare, ed è accentuato da un ottimo missaggio della batteria. La struttura del brano è regolare, strofa, bridge, ritornello accattivante... sfido chiunque a non imparare "I'm A Sooooul Moveeer" al primo colpo".

SHE MOVES GHOSTLY
Dave Navarro ci conduce nei meandri che ospitano questo up-tempo, per poi lasciare definitivamente l'ascia al fido JJ Marsh. Le percussioni sono protagoniste del groove di questo brano, che richiama le atmosfere di You Fool No One, ma solo da lontano. Davvero riuscito, anche qui il ritornello si incunea nel cervello come un trapano. E le percussioni sono il presagio di qualcosa che si materializza nell'aria, l'extravaganza che pervade tutto l'album. Epico il riff che chiude i bridge.

HIGH ROAD
Le esperienze Iommiane sono il primo rimando che questo pezzo può provocare... ma è solo apparenza. Il riff della chitarra è acidissimo, e i fortunati possessori di Return Of Crystal Karma edizione jappo noteranno qualche affinità...! Il basso col wah-wah è la chicca di questo brano... Glenn trova sempre modo di stupire, e la sua voce è proprio su una "strada più alta".

ORION
Groove epico e voce acida a-la Ozzy caratterizzano questo stupendo brano che cresce all'inverosimile fino al chorus... stupendi i cori sulle strofe. Il solo di chitarra è quasi Radiohead, suoni sintetici e magmatici! Il drumming mai domo di Chad Smith è di quelli che ti fa scuotere la testa... credo che questo disco dal vivo renda benissimo perchè le atmosfere live sono ricreate alla perfezione in studio. E la catena creativa Glenn-JJ si completa proprio con Chad che si inserisce benissimo nelle idee del Nostro. Wow...

CHANGE YOURSELF
Arpeggio di basso darkissimo introduce il brano e lo cavalca fino alla fine. Glenn con una speciale voce nasale ci porta fino allo stupendo ritornello, aumentando il numero delle voci da una sola nella prima strofa fino alle mille del chorus. Questo pezzo mi piace parecchio, e forse ancora non sono in grado di descrivere perfettamente le sensazioni che provo nell'ascoltarlo. Sempre in prima linea i cori magistralmente intessuti da Glenn. Magnifico. Magnifico. Magnifico.

LET IT GO
Un tributo ai cari vecchi Trapeze. Suoni vintage e intro melodico... mi ricorda Medusa, e il riferimento è sicuramente voluto visto che Medusa è stata spesso suonata dal vivo da Glenn, e figura anche sul DVD. Il pezzo cresce in maniera monumentale, il riff epico porta al ritornello che è uno di quei chorus dove il cantante rivolge il microfono al pubblico che canta a squarciamutande "Let It Gooooo". Spettacolare. E proprio come in Medusa, dopo il ritornello si approda di nuovo alla quiete melodica e paciosa prima della nuova tempesta!

DARK STAR
The Funkmeister non si è assolutamente dimenticato di aver conseguito la sua prima laurea all'Università del Funk... la Stratocaster è puntualmente puntata con il pickup al manico, la bacchetta sinistra picchia sul rullante a suon di ghost notes... avete presente Gettin' Tighter? Stupendo il chorus, ma temo di ripetermi ogni volta... Glenn è incredibilmente capace di creare delle strutture melodice ipnotiche e coinvolgenti come non mai, e il "Calling" che introduce la nuova strofa è da orgasmo...

LAND OF THE LIVIN' (WONDERLAND)
Il funk pervade anche questo brano molto solare che si rifà alle atmosfere molto "open road" di SiTKOR. Stupendo il basso "paccato" a dovere con il wah. Un pezzo ben riuscito anche se è molto standard nelle strutture e nel modo in cui Glenn lo interpreta.

ISOLATION
Melodia e grinta sono i due soggetti principali. Il soul delle percussioni e del Rhodes supportato dal giro di basso introducono questo brano seducente e molto seventies che sfocia senza mezzi termini nel chorus cattivo e straordinariamente bastardo che non ti dà il tempo di gustarlo perchè ritorna subito sulla melodia iniziale, ma è solo un assaggio di ciò che poi si scatena... avevate dimenticato il Glenn di Hughes/Thrall...? Bene, vi tornerà in mente... un orgasmo dietro l'altro. Questo è un'altro dei brani che preferisco. Mamma mia!

MISS LITTLE INSANE
Maestoso. Il brano viaggia come una moto sportiva a 200 all'ora... il problema è che io sono rimasto impigliato con il laccio della scarpa alla ruota! Che potenza Chad Smith, che riff JJ, che voce Glenn, io credo che l'apice del disco sia questa. Il nuovo Glenn Hughes, quello che dal vivo farà impazzire tutti, quello che fa scuotere le teste di migliaia di persone là sotto al palco... mi vedo già la faccia di Roberto...

LAST MISTAKE
Aver raggiunto l'apice del disco non significa necessariamente cominciare a scendere... Il buon Glenn sa benissimo che dopo un up-tempo così tirato l'ideale è una bella ballad o un buon blues-style in 3. Che belle le linee vocali e i raddoppi anche sui virtuosismi... i più attenti si accorgeranno di molte chicche in questo brano. La voce di Glenn cambia registro come un auto impazzita cambia corsia in autostrada. Il pezzo è sullo stile di Days Of Avalon, ma è molto più solare e meno introspettivo. Il blues scorre a fiumi e il solo di chitarra è semplicemente stupendo sulla modulazione, come piace a me!

DON'T LET ME BLEED
Glenn si congeda con un brano dai toni cangianti e possiamo apprezzare la sua voce in tutti i suoi colori, da quello provocante e sensuale della strofa a quello aggressivo e potente del chorus. I soli di JJ sono molto cresciuti in questo album e denotano una maturità non indifferente nella loro struttura. Il brano molto solare alterna momenti riflessivi a momenti incazzati, e sulla strofa che rappresenta quasi un ostinato su cui JJ improvvisa con chitarre dolci e molto effettate e Glenn modula la sua voce in tutti i modi che conosce. Un brano da titoli di coda.

 

Che dire ancora? Onestamente quest'album mi sta entusiasmando ascolto dopo ascolto, e non contiene forzature ma libera tutta la creatività di Glenn senza nessun limite, senza dover accontentare nessuno. L'extravaganza è cominciata e il 24 gennaio ne riparliamo tutti insieme. E chissà... probabilmente vivremo presto queste emozioni tutti insieme sotto qualche palco, nella nostra terra... eh eh eh... Buona Vita.

Giampiero Frulli
Untitled Document
COPYRIGHT 2005 GLENNHUGHESITALIA.COM - TUTTI I DIRITTI RISERVATI