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HTP - LIVE IN TOKYO

Non ho ancora smaltito la scorie del tour italiano ed ecco che mi trovo tra le mani Htp Live in Tokyo. L' album raccoglie il meglio delle due date registrate a Tokyo il 17 e 19 maggio 2002. Premetto che sto commentando l'edizione giapponese del cd, diversa da quella europea, che comunque trovate già nei negozi dal 7 ottobre. Infatti qui compare "No stranger to love" che sull' edizione europea ha lasciato il posto al pezzo in studio "Against the wall" che a suo tempo era la bonus track su HTP stampa nipponica. I collezionisti si facciano avanti.

Intanto devo dire che il cd è molto succinto, nel senso che dura sì 75 minuti, ma tra una canzone e l'altra non c'è molto spazio per le chiacchiere, a parte il ricordo all'11 settembre 2001 citato da Hughes dopo "Better man". Ma questo non compromette assolutamente la maestosità di questo live.

La partenza come da copione è per Devil's road seguita da Can't stop rock 'n' roll. Due pezzi destinati a diventare due superclassici. I due singer si passano il microfono con un tempismo eccezionale e il tutto risulta un perfetto amalgama tra due voci che, anche se abbastanza diverse tra loro, sembrano aver trovato la perfetta alchimia. Si vede nettamente che negli ultimi tempi i due hanno lavorato molto insieme. infatti girano spesso con il "Voices Of Classic Rock" per le radio, soprattutto quelle americane.

Avanti con i ricordi di antichi "Rainbow" con Death alley driver e I surrender. Qui Joe prende l'iniziativa e scava tra il suo passato cercando e trovando lo spunto degli anni migliori, quando era alla corte di Mr. Blackmore. Allora ecco che il buon Joe imbraccia la chitarra e passa il pallino a Glenn Hughes per una esaltante Stormbringer. Ascoltate l'urlo prima dell'assolo. Sembra non finire maaaaaaaaaaaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.

Dark days e' il giusto tributo all' ultimo album di Joe "Slam" e il pezzo ci introduce a quello che definisco l'apice assoluto dell'intero cd. Mistreated. Qui la prestazione di Glenn Hughes ha dello stupefacente. La sua voce raggiunge picchi impensabili. Ascoltate e meditate. E fate tutti i vostri confronti con le altre versioni. Intendiamoci, senza nulla togliere.............. continuo a sentirla e non mi do pace. Quasi ci piango a sentirla.

Devo dire che i tre strumentisti nipponici si sono calati molto bene nella parte. Si tratta di Akira Kajiyama alla chitarra, presente anche nello studio album HTP, Tosho Egawa alle tastiere e Yoshihiro Kudo alla batteria.

Non contento ancora Glenn si cimenta in altro classico immortale, No stranger to love dall'album "Seventh Star" dei Black Sabbath. La versione è riveduta e corretta come Glenn ci ha già presentato nei suoi ultimi solo tour. Con un lungo finale di tastiere e voce. Che atmosfera.

Un attimo per respirare ed ecco il tributo all'ultima fatica di Glenn Hughes "Building the machine". L' album è rappresentato qui da Can't stop the flood, grandissimo funk rock con un riff che sembra ancheggiare nell' aria. Un pezzo grandioso. Scusate se sono di parte ma.... non posso fermare questa alta marea che mi fa annegare nel piacere......eh eh eh. Un vero peccato che nel recente tour europeo questo pezzo e' stato tagliato dalla scaletta.

L'album prosegue sull'onda funky con un altro brano tratto da HTP, Better man. Il primo pezzo che i due hanno scritto insieme. Qui entrambi lavorano a meraviglia con le voci e il risultato e' un inevitabile sbronza. Si, sbronza, a questo punto del disco sono letteralmente ubriaco di questo spettacolo.

E se non ne avete abbastanza la botta finale e' rappresentata da Ride the storm, un puro pezzo metal tratto anch'esso da HTP. Il finale è un ritorno al melodico con la bellissima King of dreams. Qualcuno dice che l' album dei Deep Purple con Turner è il peggiore. Obiezione. Sentite che pezzo, per di più impreziosito da un coro da sballo di Hughes.

Ma non è finita, perchè la sbornia continua nella strada dei sogni. Street of dreams è un altro classico dei Rainbow, l'atmosfera rimane molto soft, Joe ha scritto dei pezzi meravigliosi.

E per finire...... Spotlight kid. Così vi passa la sbronza e vi risvegliate dal sogno che vi ha fatto vivere questo grande cd. Dunque non vi resta che rimetterlo dall'inizio. Allora andate e comprate amici. Per tutti gli amanti del classic rock questo disco rappresenta già un caposaldo.

Roberto Cosentino

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