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QUEEN-concerto di firenze

Printed from: The Coffee & Vanilla Pub
Topic URL: http://www.glennhughesitalia.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=596
Printed on: 31 Oct 2007

Topic:


Topic author: Ranfa
Subject: QUEEN-concerto di firenze
Posted on: 11 Apr 2005 12:52:55
Message:

Questo dicevo giorni prima del concerto:
Non so ancora come reagirò...se incazzarmi per la baracconata...essere soddisfatto per vedere Paul Rodgers (il più grande!!!) o emozionarmi e farmela addosso pensando di essere davanti a due miei miti dell'infanzia e non Roger Taylor e Brian May...

Invece questo è quello che vi dico adesso a freddo di quella giornata 7 aprile scusate se mi sono dilungato un pò troppo…

Bene sono le 17 e mi appresto a eseguire il mio servizio al palasport…ormai sono 11 anni che lo svolgo, anche se ultimamente sono più le volte che rinuncio che quelle che accetto!
Il carrozzone Queen è già arrivato ed hanno quasi definito tutto per quanto riguarda il montaggio del palco e dell’attrezzatura…la tensione è palpabile, infatti, veniamo a sapere che ci sono stati screzi fra il personale locale e quello a seguito del concerto!
Prendo posto al lato del palco, in un punto che definirlo pericolosissimo per i futuri paganti, è dir poco!
Mi trovo, infatti, sopra una serie di balaustre sopraelevate a ridosso del palco…fantastico…dovrò stare tutta la sera a dire di non passare di lì e di non sporgersi…e come si fa? ci sono i Queen! e sono a 2 metri da quel punto! praticamente con un salto, nemmeno tanto atletico, ti troveresti sul palco con loro, mah…
Alle 17.45 ecco arrivare Roger Taylor che si posiziona alla batteria e si appresta all’accordatura delle pelli…che strano…di solito i big se le fanno accordare!
Finito il momento essenziale dell’accordatura, si mette a fare degli esercizi abbastanza complicati (che fra l’altro spesso non gli riescono) di batteria, a quel punto capisco, che è semplicemente per ammazzare il tempo…perché spesso se la ride, ma continua incaponito a farli senza darsi per vinto finché non gli riescono!
Un attimo dopo giro lo sguardo e vedo avvicinarsi un capellone riccioluto…è Brian!
Viene verso di me e mi dice “HI” io rispondo con un “ciao” come se fino ad un minuto prima ci fossimo parlati, poi ci ripenso e me la rido fra me e me…che c***one che sono!
May monta sul palco e attacca la chitarra.
Inizia con il riff di It’s late, e dopo il primo giro Taylor comincia l’accompagnamento, tutto improvvisato visto che i due si guardano sorpresi e divertiti, fra l’altro il pezzo non è in scaletta! A quel punto mi ricordo di essere un vero fan dei due e per tre minuti rimango inebetito dall’accaduto e mi tornano in mente tutti gli anni passati a collezionare il loro materiale e tutte le ore passate a sentire i solchi dei dischi dei loro brani…c***o! sono a qualche metro dalla storia musicale della mia vita e mi stò cacando addosso!!!!
Vengo riportato nel mondo dei mortali da un tipo poco raccomandabile che smanetta e sbraita in inglese stretto…troppo per me!
Cerco di farlo ragionare dicendogli di parlare più piano e come per magia capisco tutto il suo discorso…incredibile!! lo traduco anche ai miei colleghi di lavoro…e il tipo che a quanto pare non parla ma capisce l’italiano approva sorridendo…
Insomma, chiunque non lavori deve uscire dal palazzetto! Non mi ero reso conto! Alle mie spalle c’erano tante persone dello staff di Firenze che si erano radunate per quella mitica jam!
Tutti, quindi, vanno a prendere posizione (quasi tutti assegnati ai cancelli!!)tranne io ed un altro mio collega che avremmo dovuto lavorare proprio lì.
Poco dopo vengo raggiunto da una voce familiare che mi dice “only working”…alzo lo sguardo e mi vedo Brian con il microfono girato verso di me che mi indica l’uscita! Ancora non ha finito la frase che io ribatto “working!” con faccia a deficiente come dire…non vedi? io sono rimasto perché sto lavorando! Gli altri li ho appena sbattuti fuori!
A quel punto arriva di nuovo il tipo di prima, ma molto più alterato e mi fa capire che anche se lavorerò durante lo spettacolo per ora non sto facendo niente e mi prega gentilmente di allontanarmi…
Salgo le scale del palazzetto e mi metto proprio in cima alla balconata…di più non posso, altrimenti se entra qualcuno come faccio a bloccarlo.
Quindi Brian ricomincia a suonare un po’ di brani appena abbozzati. Successivamente i due, dopo un piccolo scambio di parole incominciano “I want it all” . In questo preciso momento mi rendo conto che la serata sarà costellata da molti problemi, infatti, i due si trovano ad occhi chiusi ma i musicisti accanto a loro non proprio…un accordo svizzero continua ad insinuarsi prima del bridge con anticipo di una battuta da parte di qualcuno di loro. Poi Taylor passa al microfono intonando con due personaggi (Moses e ?) alle chitarre acustiche il brano per Nelson Mandela, finito questa esibizione acustica Brian prova il suo mitico solo con i vari effetti di chitarra, che però non lo soddisfano…la riprova è che ad un certo punto grida al microfono “it’s amazing!”.
La prova dura più del previsto tant’è che gli addetti al palco cominciano la copertura con il telo mentre lui è ancora a smadonnare per i suoni!
Ed è solo durante l’ingresso del pubblico che decide d’interrompere la prova!!!!
Il pubblico entra sparatissimo, vuoi il richiamo del suono della chitarra di Brian vuoi l’occasione di vedere tale mostri all’opera…
Si vede di tutto: ragazzine che piangono, pischelli che gridano in una sorta d’isterismo, vecchi cocker con la pancia s,tremati dal passare degli anni e dall’interminabile coda che si sono dovuti sorbire, genitori vestiti da concerto accompagnati da bambini euforici di avere una stirpe così folle, insomma, un guazzabuglio di gente di tutte l’età e di tutte le categorie che mi avrebbe visto con loro se non avessi trovato questa occupazione!!!
Il clima è molto gioioso e subito si sentono i primi abbozzi di canzoni dei mitici Queen, gridate poi a squarciagola dai più esaltati della giornata. Immancabilmente compaiono due cloni in tutto e per tutto (non vi preoccupate! non alla voce!) di Freddie Mercury. Incredibile! Invece di stimolare una certa ilarità fra le persone, i più si dirigono come impazziti a farsi le foto con il loro beniamino clone e addirittura a farsi autografare il biglietto!!!!
Incredibile a cosa porta essere fan! mi tocca perfino trattenere un po’ di persone per non far si che si accalchino troppo e si mettano in posizione di pericolo…mah!
A questo punto esce da dietro il palco un tipo, (altro non è che il fonico di palco) di corporatura variabile fra i 120 e i 130 chili che con una magliettina con scritto (all’incirca) in inglese, i motociclisti grassi rimbalzano meglio, si fa tutto il palco testando un microfono che poi altro non era che quello di Rodgers, tra le grida del pubblico che lo scimmiotta dicendo che è sicuramente un grande cantante. Finito il check improvvisato siamo arrivati all’orario clou della serata e cioè le 21!
Ora in cui le luci vengono spente e s’incomincia a sentire la voce di Freddie che intona “It’s a beatifull day” versione disco!! Sinceramente avrei gradito una versione a cappella…ma poi il susseguirsi dell’altro brano mi fa apprezzare la scelta! Infatti in una sorta di mix viene messo in onda un brano di Eminem che se l’altro c’incastrava poco, questo non c’incastra una mazza…si bell’inizio di chitarra ma Eminem non penso rappresenti Freddie, ne tanto meno Paul Rodgers…forse il testo dirà che i Queen sono i meglio di tutti e che chi li ascolta è un Ganzo…mah…riesco ad incrociare un po’ di sguardi e tutti, tranne quelli dei ragazzini, mi rispondono con la stessa impressione, e cioè che la prima l’hanno tirata proprio di fuori!
Per fortuna esce Paul che con la sua voce bluesy intona un inno a cappella da rimettere tutto in gioco e subito dopo Brian esce dal dietro il telo e spara il riffone di “Tie your mother down”, all’ingresso della batteria il telo cade e si può notare lo spettacolo di luci e di musici che contornano il palco!
Il pezzo fila liscio come l’olio e l’impatto sonoro è una vera bomba Rodgers, nonostante la diversità di voce con Mercury, gigioneggia nella sua nuova parte, anche se tanto nuova non è! visto che fino da Seviglia 92 ogni tanto la rispolvera nella sua set list.
Ancora la gente non ha ripreso fiato che subito ci attaccano con le note di “I want to break free”, brano che ben rappresenta i Queen del periodo anni 80 e forse il sound conosciuto ai più. Qui, purtroppo, ci sono le prime defezioni di Rodgers e cioè: il cantante più grande del mondo (in questo momento sicuramente, ed ancor più sicuramente un professionista) non può leggere il testo e sbagliarlo e peggio che mai ciccare perfino degli ingressi!!!!
Il pubblico lo aiuta come può, ma non sempre! Infatti le poche linee d’improvvisazione sulla metrica delle parole vengono a scontrarsi con l’enorme muro di suono che le voci del pubblico immettono all’unisono con la melodia della metrica originale.
Il terzo brano è una chicca! Venne esibito solo per il tour dell’82 (per intendersi il ‘live at Milton keynes bowl’ o come, è stato adesso rinominato, ‘live at the bowl’) è la spassosa “fat bottomed girls” dove si sentono le armonie nei cori, armonie che hanno reso famoso questo meraviglioso gruppo!
Tutto va a gonfie vele, ed anche Rodgers si rilassa e si diverte con il pubblico!!
Un attimo di pausa ed ecco che a Paul gli viene assegnata la chitarra ed è li che si sentono i primi accordi di “crazy little thing callaed love”. Purtroppo, non l’esitazione di Rodgers, ma il desiderio irrefrenabile del pubblico vede il nostro nuovo chitarrista (non improvvisato! vi ricordo che nei Bad Company, Rodgers si diletta in alcuni soli non proprio tecnici, ma molto orecchiabili) arrendersi! Infatti, nonostante Rodgers comunicasse agli altri, ammiccando, di fare più giri d’intro, il pubblico, fedelissimo al disco, non lo caca nemmeno di striscio e comincia il cantato. In quel momento mi sono vergognato un po’ ed ho pensato: <qui se Paul si sente una merda e se a fine concerto dicesse che non lo appaga cantare con loro, avrebbe ragionissima!!!>.
Il tutto si conclude con una jammata dove il gruppo sembra divertirsi.
Un attimo per far scendere Taylor dalle pelli e l’ex biondino accenna in un italiano maccheronico che canterà un brano dedicato a Nelson Mandela, che fra l’altro è anche il nuovo nome del palazzetto di Firenze, quindi, due piccioni con una fava! Senza offese per Roger, che comunque canta una delicata versione acustica del suo brano, cosa abbastanza inusuale per un fantastico cantante con il timbro rock come il suo!
Alla conclusione Roger percorre il corridoio che lo ha appena visto protagonista e avviene il primo scambio con Brian. Lo scambio è solo di persona. Infatti si continua con una ballata acustica suonata dal solo Brian. Il brano in questione è del ’39, scritto dal chitarrista per l’album A night at the Opera e rieseguito in live killer e successivamente al Freddie Mercury tribute da George Michael: l’esecuzione è ottima!
Il pubblico si esalta e sembra che May lo voglia ringraziare eseguendo le splendide note di “Love of my life”. Nasce uno dei cori più toccanti del repertorio Queen…tutti sono intonatissimi e preparatissimi sul testo, una vera ovazione canora che accompagna tutto il brano.
Brian ringrazia ed introduce un riff già sentito ma con un arpeggiatura molto folk…alla prima parola si riconosce che altro non era che la dirompente Hammer to fall, ma il pezzo non decolla. Per tutte e due le prime due strofe May lo tiene su toni dolci e idilliaci finché, giunto al bridge, viene raggiunto da tutto il gruppo nel ritmo che tutti noi conosciamo, ed è qui che vengono a galla i primi problemi.
Infatti, non mi ricordo per colpa di chi, il brano per ben due volte inciampa, ed è solo l’esperienza che è sul palco, che lo porta in fondo in modo dignitoso.
Taylor si rimpossessa del microfono e si esibisce nella sua “I’m love with my car” già sua canzone solista in Live Killers: tutto ok! Ottima anche la scelta di non forzare con la voce nel cosiddetto punto difficile raggirato con maestria dal batterista. Sul finale Brian da libero sfogo al suo ‘solo’ ‘effettato’ che mixa alla sua “last Horizon”.
Il gruppo rientra e parte la base di percussioni (e questo mi ha fatto storcere il naso…c***o c’erano otto tecnici delle luci e gli mancavano un po’ di spiccioli per far suonare un percussionista! Comunque Taylor canta una perfetta “These are the day of our lives” pari, come dolcezza, all’originale mercuriano. Sullo schermo intanto si proiettano immagini dei Queen in Giappone nell’ 1975.
La prova per Roger non è finita. Infatti la base continua, e imperversano le note di “Radio ga ga”, brano scritto da lui stesso sotto influenza del piccolo figlio Felix che, con una dizione immatura e commentando negativamente la radio, diceva: <radio ka ka!>. Nel momento clou del brano, quando tutte le mani dei partecipanti al concerto si muovono all’unisono, ecco riaffacciarsi il mitico Rodgers che si dà al controcanto più sfrenato per un finale maestoso che lo vede protagonista con un acuto sparatissimo sulla chiusura del pezzo.
Eccoci arrivati alla prima canzone ‘extra Queen’ e cioè “Can’t get enough”, brano dei Bad Company, gruppo degli anni settanta con a capo l’inossidabile Rodgers.
Qui il mitico front man da prova d’orgoglio e canta a squarciagola, forse come non aveva fatto fino al quel momento!
Il brano fila liscio e il pubblico apprezza ma non partecipa, triste conseguenza di una fama non guadagnata su canzoni facili.
Il pubblico viene risvegliato dalla famosissima “a kind of magic” ben eseguita da tutto l’entourage, dopodiché Paul lascia di nuovo il palco all’imminente “I want it all” cantata da Brian e aiutato nel finale da Roger. Successivamente avviene quello che era stato preannunciato anche dai giornali e cioè “Bohemian rhapsody” cantata da Freddie nella sua versione di Wembley ed accompagnata dal gruppo (Spike Edney rincorre le immagini per accompagnare il nostro idolo). Il pubblico è ammutolito, le immagini sovrastano la voglia di cantare e gli unici elementi di disturbo alla proiezione sono gli applausi a scena aperta che il pubblico regala alla serata.
Come comincia la parte operistica, il gruppo si ritira per dare libero sfogo alle immagini, (che come al solito lasciano un magone a quasi tutti gli amanti di Freddie) e il rientro con l’accordo di Brian introduce alla cosiddetta parte veloce di Bo Rap, ed è li che rientra Rodgers alla voce e riempie i suoi polmoni per sparare tutte le note della melodia e ci regala un gran finale.
Il gruppo esce di scena svuotando il palco ma mantenendo il buio in sala, quindi auspicando un eventuale bis.
Infatti a gran richiesta il gruppo rientra per “The show must go on” che però ad orecchio (un po’ di esperienza ce l’ho) è di un tono sotto!
Oh non fraintendete! non c’è niente di male! però con tutto il fior fiore di cantanti e soprattutto di interpreti, mi sarei aspettato un interpretazione originale alla Freddie o reinterpretata alla Elton John.
Il brano successivo è nuovamente un brano di Rodgers e più precisamente dei Free, la mitica ‘All right now’, che finalmente vede un pubblico partecipe sul repertorio non Queen!
Per continuare il feeling che si è appena instaurato, il gruppo propone “we will rock you” e successivamente “we are the champions” e l’ovazione dei 6000 paganti è totale regalando una serata indimenticabile!
Con “god save the Queen” alle 22,45 i musicisti salutano il pubblico e la serata che li ha presentati come mattatori.
Dopo il concerto la folla si defila dal palazzetto in file ordinate e felice del concerto cui ha appena assistito.
Io aiuto i restanti nella sala ad uscire e mi reco nei camerini, come ho fatto per tutti i concerti in cui ho lavorato…
Stranamente invece che la folla che di solito si accalca all’ingresso, trovo solo un gruppetto ristrettissimo di persone circa 12! Hanno tutti un pass particolare con scritto aftershow.
L’attesa è snervante, infatti, passata l’ora, i tre escono alla spicciolata, girandosi verso le persone che attendevano, me compreso, ma si dirigono verso l’uscita!
Ora, penso che un artista abbia bisogno della sua privacy e quindi non debba essere un personaggio per tutta la giornata, ma solo nell’atto del suo show, penso anche, che quando si hanno migliaia di persone in attesa , ma anche solo centinaia o molte decine, dar loro relazione sia difficile e che non possono trattenersi un’altra ora dopo il concerto solo per soddisfare i fan…
Ma quando loro stessi danno dei pass ad un gruppo molto ristretto di 12 persone, potrebbero anche sacrificarsi per un sorriso e un saluto anche senza autografo e senza fotografie!
Ora il mio giudizio sul concerto è questo:
è stato un concerto che farà parte della storia e che ha reso necessaria la presenza per dire: < io c’ero!>
Un concerto che mostrava sì enormi artisti storici musicalmente, ma un concerto che tecnicamente ha avuto delle pecche, troppo grosse per il prezzo del biglietto (più di 50 euro) e per la fama dei protagonisti. Tutto questo lo dico a denti stretti, visto che così offendo almeno tre dei miei miti, miti che ho osannato e che penso che continuerò a seguire per sempre!

Qui sotto la scaletta completa senza i miei commenti

01 Reachin' Out [intro - Paul Rodgers]
02 Tie Your Mother Down
03 I Want To Break Free
04 Fat Bottomed Girls
05 Crazy Little Thing Called Love
06 Say It's Not True [Roger Taylor alla voce]
07 '39 [Brian May da solo]
08 Love Of My life [Brian May da solo]
09 Hammer To Fall [versione lenta: Brian alla voce / veloce: Roger alla voce]
10 I'm In Love With My Car
11 Guitar Solo
12 Last Horizon
13 These Are The Days Of Our Lives
14 Radio Ga Ga
15 Can't Get Enough
16 A Kind Of Magic
17 I Want It All [Brian May alla voce]
18 Bohemian Rhapsody
Pausa Bis
19 The Show Must Go On
20 All Right Now
21 We Will Rock You
22 We Are The Champions
23 God Save The Queen


RANFA
http://ranfasbrenga.firenze.net/

Replies:


Reply author: Matteino
Replied on: 11 Apr 2005 14:08:04
Message:



---------------------------------
Tell me, tell another lie to me
Tell me I will set you free
Won't you let me be
Cause you burn me with your gasoline


Reply author: bacca
Replied on: 11 Apr 2005 15:04:38
Message:

ciao ranfa!
ti voglio solo dire che i stessi commenti e le stesse pecche si sono verificate anche a pesaro! ma non si poteva mancare!

cmq grandi emozioni, vedere persone che ti hanno trasmesso tanto li a 10 metri è bello ma ti accorgi anche che purtroppo gli anni passano e vedere un rallentato Taylor non da piacere.

grande tocco di May!

ora riesco a capire da dove viene l'amarezza che mi segue da vanerdi

vedere mercury sarebbe stato uno dei miei sogni!


we've got a funky now!


Reply author: Ranfa
Replied on: 11 Apr 2005 17:01:51
Message:

quote:
Originally posted by bacca


ora riesco a capire da dove viene l'amarezza che mi segue da vanerdi
vedere mercury sarebbe stato uno dei miei sogni!

we've got a funky now!


a chi lo dici

RANFA
http://ranfasbrenga.firenze.net/


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