RECENSIONE DI "Songs in The Key of Rock"

Abbastanza difficile il compito che mi è stato affidato. Il difficile è separare le sensazioni che provengono dal cuore con quelle del cervello. Cercherò di pesare entrambe allo stesso modo. Diciamo che questo album risente molto delle ultime esperienze di Glenn, anche se è praticamente dedicato al suo passato, come lui sottolinea spesso.

IN MY BLOOD - Come in Can't stop the flood (la opening track di Building the Machine) il pezzo di apertura è di stampo classico, molto orecchiabile. Il riff di chitarra è davvero accattivante, il crescendo dinamico della strofa funziona alla grande. La voce di Glenn sale parecchio in alto... ed immaginate che questo è solo l'inizio!

LOST IN THE ZONE - Secondo Glenn questo brano potrebbe appartenere alla discografia dei Trapeze. Una vena blues-funk scorre fluida dall'inizio alla fine. Io direi anche che questo brano si ispira molto alle atmosfere che abbiamo ascoltato in Incense & Peaches, specie nel chorus molto cantabile.

GASOLINE - Eh... tanto di cappello ad un brano scritto praticamente per Stormbringer. Provate a chiudere gli occhi e immaginare che Coverdale e Hughes si alternano sulle strofe. L'assolo di JJ Marsh è anch'esso un tributo a Ritchie Blackmore. Glenn torna ai fasti di trent'anni fa. Gioca con la voce, con gli acuti, con le sillabe... yeaouh!

HIGHER PLACES (song for Bonzo) - Mid-tempo dedicato ovviamente al compianto John Bonham, drummer dei Led Zeppelin. E' il groove batteristico a far da padrone in questo brano, fino al ritornello molto malinconico con l'Hammond che fa quasi scappare le lacrime per le vibrazioni che trasmette. Anche il solo chitarristico di Jeff Kollman è davvero sofferto oltre che tecnicamente ineccepibile, molto bello il suono cupo (credo che sia dovuto ad un neck-pickup con wah wah mantenuto al minimo... chitarristi fatevi sotto nel forum!).

GET YOU STONED - Vi racconto questo: stavo ascoltando nel letto SiTKOR per la prima volta, quando spunta questo brano... ho gridato, le lenzuola sono volate all'aria! Secondo me è uno dei pezzi più importanti che Glenn abbia mai scritto. Ha un tiro micidiale, Chad Smith (drummer dei Red Hot Chili Peppers) è superbo. I riff sono magistrali, così come amo la parte di basso... Glenn canta due strofe prima di ogni ritornello: la prima molto funkeggiante, la seconda praticamente ad ugola spalancata... ma ascoltate attentamente come passa da una strofa all'altra! Eccezionale, sento ancora il sangue scorrere nelle vene. Sfido chiunque a pensare il contrario. Notevole il bridge psichedelico. Glenn... mi fai impazzire!

WRITTEN ALL OVER YOUR FACE - L'album esprime il suo meglio in questo brano epico, che potrebbe appartenere indistintamente alla MK3, ai Trapeze... persino ad HTP! Non pensate però che il nostro GH faccia "dietrologia". Il fatto è che per tutti quelli che hanno ascoltato ed ascoltano continuamente tutta la discografia del Nostro, è facile cadere nei paragoni col passato. In realtà il sound di Glenn è fresco e molto attuale. Anzi, questo ci dimostra che Glenn è sempre stato un punto di riferimento compositivo, in qualsiasi formazione si trovi. Inoltre il brano è stato interamente composto da JJ Marsh, che ormai con Glenn Hughes condivide ispirazione e gusto musicale. Molto bello il bridge chitarristico, e il finale dialogo voce-chitarra, con Glenn che culmina in un acuto estenuante. Un brano lungo ed articolato per palati fini.

STANDING ON THE ROCK - Il pezzo spaccaorecchie ultraveloce ci vuole, e Glenn non tradisce. HTP gli ha fatto tornare in mente questa tradizione... ma il pezzo è tremendamente "Lady Double Dealer"! Anche il "Get out of my way" della strofa. Un tributo impressionante. Inoltre Glenn ha dichiarato che il pezzo è stato registrato al primo colpo... mamma mia ragazzi!

COURAGEOUS - La cosa che colpisce di questo pezzo è la traccia di basso davvero ipnotica. Un pezzo quasi sussurrato, col ritornello in falsetto come piace a lui e a noi. Anche questo brano è in fondo molto funkeggiante, melodico, quasi "freakettone"... se dobbiamo fare paragoni siamo ai Trapeze, a Incense & Peaches.

THE TRUTH - Ascoltare questo pezzo mi fa venire in mente un videoclip ambientato su una Highway americana completamente rettilinea, sole che spacca, cappello da cowboy, occhiali neri, auto decappottabile da godersi la strada. Un pezzo molto semplice, ma decisamente efficace. Mi vengono in mente gli Eagles. Atipico. Glenn dice di averlo composto al cinema. Essendo volutamente poco articolata la traccia musicale, Glenn compensa con tutto il suo repertorio vocale.

WHEREVER YOU GO - Mi aspettavo una ballad, invece niente! Glenn ci aveva abituato a finali ipnotici, mentre in SiTKOR si finisce in crescendo, con un brano molto chitarristico. Anche qui i riferimenti si sprecano... sovrapponete la strofa di questo pezzo con "You Fool No One"... aaargh!

Nel complesso un album che farà discutere, ma che metterà d'accordo tutti i fans. Questo è un album a "lento rilascio" di emozioni. Invito a riascoltarlo più volte, anche perchè la voce di Glenn è superlativa, non sente l'effetto degli anni, anzi sembra più elastica che in Building The Machine. Sicuramente l'impatto è molto forte, anche se io credo che l'album abbia un andamento "parabolico"... il culmine viene raggiunto al centro. Unico rammarico (ma sono di parte): mi sarebbe piaciuta una maggior presenza per le tastiere. Nel senso che Ed Roth fa il suo dovere egregiamente, ma non "spunta". Invito tutti voi ad esprimere le vostre opinioni nel forum, così come io ho espresso la mia con questa recensione.

GIAMPIETRO FRULLI

 


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