INTERVISTA A CHRIS CATENA

 

Stavolta abbiamo voluto esagerare. Questo progetto clamoroso di cui avrete sicuramente conosciuto l'esistenza poco fa su glennhughes.com, sta per esservi rivelato nei suoi dettagli. Abbiamo avuto il piacere di contattare  Chris Catena in persona per farci spiegare meglio come ha fatto a mettere insieme tutto questo paradiso di mostri sacri del rock.

Domanda.     Christian, allora parlaci un pò di questo tuo nuovo album.

Christian.    Intanto vorrei dire che il progetto è nato nel marzo 2002 e Glenn è stata la prima persona con la quale mi sono messo in contatto. Di lì ho deciso che volevo realizzare il disco che ho sempre sognato. Ho un'attività nella musica, sono il direttore e fondatore di un un management di musica classica e di opera. Prima di intraprendere quest'attività che ho avviato nel 1993 all'età di 23 anni, cantavo in gruppi di metal e hard rock sperimentando anche il settore del pop/rock italiano. Come ben sai la situazione per i musicisti in Italia è drammatica e più volte sono stato avvicinato da major che mi hanno chiesto un mucchio di soldi per produrmi il disco, gettandomi in un profondo sconforto e spingendomi più volte a lasciar perdere.


D.    Ora siamo curiosi... dicci qualcosa in più della tua "storia" musicale.

 

C.    Beh, canto dalla tenera età, sono figlio di un tenore con oltre 30 anni di carriera affrontati con successo e dignità. La musica è sempre stata la mia passione. Avrei forse avuto più chances se avessi deciso di intraprendere la carriera di baritono, ma questo tipo di vita non mi si addice. Preferisco la vita easy... La mia vita musicale è iniziata a Strasburgo quando rimasi folgorato dalla maestosità della messa in scena della Manon Lescaut di Zeffirelli in cui mio padre era il tenore protagonista. Avevo solo tre anni. Mio fratello invece (ora regista d'opera, ma sempre rockettaro) quando avevo cinque anni mise sul piatto Deep Purple - In rock. Rimasi allibito e cominciai a spulciare tra i suoi dischi per vedere se tutta la musica che ascoltava era come quella Speed King che mi aveva scaraventato contro il muro. Cominciai così ad ascoltare gli Sweet, i Grand Funk, gli Slade ed altro ancora.

 

D.          Immagino che tu abbia scoperto Glenn nei Deep Purple, quindi.

 

C.     Certo. Nel 1977 ascoltai per la prima volta la sua voce. Mio fratello - sempre lui - mise sul piatto Stormbringer e passò subito a Holy Man. L'ho conosciuto così e per anni l'ho seguito nei suoi cambiamenti, l'ho odiato perchè aveva cambiato il suo modo di cantare negli anni ottanta. Non ho molto apprezzato le sue prove con Gary Moore o in Phenomena, per cui ho deciso di riscoprire i suoi primi anni di carriera ed ho acquistato in USA tutti gli lp dei Trapeze con Glenn. Poi ho gridato al miracolo con Burning Japan Live. Glenn sembrava spacciato, appesantito e non molto attivo. Ma ha saputo fare rewind e tornare indietro sino ai capolavori dei Deep Purple ed a Play Me Out. E poi lui è un artista completo. Un grande bassista capace di ricreare i groove tipicamente black ed una voce... anzi, LA voce. Non ho parole per descrivere ciò che ho ascoltato durante il tour italiano di HTP...

 

D.     Come procedono le registrazioni del disco?

 

C.     Al momento Doug Wimbish, Myron Doves e Salas stanno registrando a casa loro, e sembra che venga inclusa anche Cindy Blackman (la batterista di Lenny Kravitz, ndr), alla sezione ritmica. Dovrebbe suonare nella cover di Gettin' tighter. Il missaggio dell'album sarà in California, a cura di Tony Franklin. Tony è una persona eccezionale, un galantuomo e un fenomeno del basso.

 

D.    Parlaci nel dettaglio delle partecipazioni.

 

C.     A parte i nomi già citati, volevo sottolineare la Rome Philarmonic Orchestra e la Florence Chamber Orchestra. Nell’album ci sara’ un pezzo  in cui duetto con un celebre soprano internazionale. Ovviamente le mie linee vocali sono in chiave soul. E' un brano in stile classico, “Summertime” di Gershwin che abbiamo riltto partendo dall’arrangiamento di Janis Joplin ed i Big Brothers and the Holding Company, per farne una versione mai realizzata prima con moog, hammond, clavinet, basso, orchestra, flauto archi e due chitarre elettriche.

E’ stata una grande soddisfazione poter suonare un classico dei mitici Whitesnake come “Sweet Talker” con le twin guitars che hanno reso celebre la band, ovvero Bernie Marsden ed alla slide Mickey Moody.

Bernie Marsden ha anche co - firmato due pezzi ovvero “Lady Starlight” e “Desire”. Su quest’ultima c’e’ la sezione ritmica dei Duran Duran dei primi anni ’90 ovvero Stephen Ferrone – famoso per aver suonato con Michael Jackson ma soprattutto per essere stato il batterista della Average White Band –e John Taylor, il sex symbol degli anni ’80.

Poi Mickey Moody ha prestato la sua slide su un pezzo tipo Whitesnake, modello easy-rock, chiamato "Follow me". Nel brano "What you're gonna do when your love's gone" non potevo esimermi dall'inserire un bassista nero, così ho puntato tutto su Doug Wimbish, il grande bassista dei Living Color che – se qualcuno non lo sa – ha inciso con i Rolling Stones l’album “Bridges of Babylon” ed “Erotica” di Madonna.. Reclutare Salas per le chitarre in un pezzo Funky–Freak non poteva che essere la scelta ideale. Salas, che suona anche in altri pezzi, ha un gusto eccezionale ed e’ una sorta di Hendrix del 2000.In questo brano c'è un coro di donne ed un assolo di moog di Davide Spurio.

Nel pezzo "Take me away" suona la chitarra ritmica lo slavo Marko Pavic, autore del brano, e si alterna nell'assolo con Johnny Olhin. Al basso c'è Nobby, altro membro dei Dyonisius ed ex-Nation. Gran lavoro dell'Hammond di Cosimi.

 

“Move away from the towers” e’ il pezzo che apre l’album ed e’ caratterizzato, oltre che dalla batteria di Sir Tommy Aldridge, un vero carro armato, dalle chitarre duellanti di due virtuosi dello strumento ovvero Johnny Olhin ed il simpatico ed estroso Kelly Simonz, guitar hero giapponese.

Su “The Stronger you are the harder you fall” ho avuto la soddisfazione di avere Eric Singer e Bruce Kulick, ovvero meta’ dei Kiss di “Revenge” !!!, oltre a Chuck Wright al basso.

Ma vorrei spendere due parole per il pezzo “Freak out Tonight”. Alcune persone che lo hanno ascoltato sostengono che e’ un hit. Il suo ritornello effettivamente e’  molto trascinante e fa muovere il culo alla grande. E poi la prestazione di Glenn Hughes che duetta con me e’ qualcosa di incredibile. Non immaginate cosa si prova ascoltando un tuo pezzo e le tue parole cantate dal tuo idolo di sempre !!!!

E poi…ascolterete il mega basso di Tony Franklin ed i solos del mitico Bruce Kulick che riesce a trovarsi a suo agio in qualsiasi tipo di song, da quella piu’ heavy a quella piu’ funk.

 

Reputo tra le più belle canzoni dell'album la slow song "To a friend", pezzo composto in memoria del mio grandissimo amico Stefano Luciani, venuto a mancare il 25 agosto 2002. La canzone è stata scritta con Max Spurio che ne ha curato anche l'arrangiamento. La canzone è in perfetto stile Hughes ed in parte omaggia quel capolavoro chiamato "Coast to coast". Max esegue un assolo molto ispirato e si occupa di tutte le chitarre. Myron Dove si rivela un grande bassista fretless.


Il cast delle collaborazioni non è definitivo. In questi giorni stiamo definendo chi dovrà partecipare alle sessioni mancanti.

 

D.     Certo, hai messo su un bel cast...

 

C.    Eh, ma non ci sono solo i nomi grossi... come sempre il merito delle cose va ai grandi, ma se non ci fossero quelli che si rimboccano le maniche dietro le quinte... a tal proposito volevo ringraziare in modo particolare Yuri Roveri, mio gregario chitarrista di tante battaglie ed autore con me di alcuni brani (Hey Man, Lady Starlight, Follow Me e Don't Stop Runnin'). Altri musicisti che daranno o hanno già dato il loro contributo sono Marco Capasso alle chitarre, Max e Davide Spurio, co-autori, musicisti ed arrangiatori, nonchè figure insostituibili e nell'economia del progetto e nella creazione del sound che potrete ascoltare nel CD. Davide Spurio in particolare ha dato grandi input a livello artistico ed ha saputo tenermi a freno evitando che le mie troppe idee mi travolgessero. Lui e’ il grande responsabile della parte artistica di questo disco. Una persona che e’ capace di fare le sei del mattino pur di risolvere un problema o finire un lavoro; Paolo Patrizi alla batteria, Mauro Munzi alla batteria (chi si ricorda i Dhamm??), Federico Bailo alle chitarre, il soprano lirico Eteri Lamoris, ecc....

 


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